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+++ Come va l´agricoltura in Emilia-Romagna
In sintesi E´ stato presentato il Rapporto 2003 sul sistema agro-alimentare dell´Emilia-Romagna. Il dato principale è l´incremento del valore della produzione lorda vendibile: più 7% nel 2003 rispetto al 2002. Nel secondo paragrafo si parla di com
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In sintesi
E´ stato presentato il Rapporto 2003 sul sistema agro-alimentare dell´Emilia-Romagna.
Il dato principale è l´incremento del valore della produzione lorda vendibile: più 7% nel 2003 rispetto al 2002.
Nel secondo paragrafo si parla di come sono andate le produzioni nei diversi settori: allevamento, ortaggi, frutta, cereali, ecc.
Si parla anche dei ricavi in calo delle aziende agricole, del mercato fondiario, del maggiore ricorso al credito agrario e del calo dell´occupazione in agricoltura.
Nel box in fondo alla pagina c´è infine la scheda con i dati sui consumi alimentari delle famiglie in Emilia-Romagna nel 2002 e il confronto con il dato nazionale.


(27 maggio 2004) - Recupera nel 2003 il valore complessivo della produzione agricola commercializzata in Emilia-Romagna rispetto al 2002. Si tratta di un buon risultato anche se non arriva a raggiungere il record dell'annata 2001, quando si superarono i 4.000 milioni di euro.
Il valore della produzione lorda vendibile agricola (Plv) dell'Emilia-Romagna nel 2003 è stato infatti stimato in 3.948,57 milioni di euro, pari ad un incremento in termini percentuali rispetto all'annata precedente del 7%.
A livello nazionale l'incremento di valore della produzione agricola è risultato invece molto modesto, pari a un +0,7% rispetto al 2002.
Un risultato positivo, messo a segno nonostante il calo generalizzato dei raccolti causato dalla siccità della scorsa estate e dovuto soprattutto all'aumento dei prezzi all'origine di quasi tutte le colture.
E' questo il quadro che emerge dal Rapporto 2003 sul sistema agroalimentare dell'Emilia-Romagna curato da Roberto Fanfani dell'Università di Bologna e Renato Pieri dell'Università Cattolica di Piacenza. Il documento è stato presentato a Bologna nel corso di un'iniziativa, cui sono intervenuti tra gli altri, Paolo de Castro di Nomisma e Flaminia Ventura del Ministero delle politiche agricole.
Nel corso dell'incontro centrale è stato anche il tema della riforma a medio termine della Pac, la politica agricola comune che entrerà in vigore dall'1 gennaio 2005 fino al 2013. Entro il prossimo mese di luglio infatti l'Italia dovrà comunicare a Bruxelles le proprie decisioni in merito alle principali opzioni. Per l'assessore regionale all'agricoltura Guido Tampieri che parteciperà al "tavolo agroalimentare" convocato dal Ministro dell'agricoltura Alemanno, "la strada da percorrere sarà sempre più anche in futuro quella, già intrapresa dall'Emilia-Romagna, della qualità e della differenziazione produttiva per sostenere la crescente concorrenza dei mercati globali." In questo quadro, Tampieri si è detto d'accordo sulla opzione di riservare il 10% dei premi per sostenere politiche attente alla qualità a condizione che la loro gestione sia regionale.

Come stanno le produzioni, i ricavi delle aziende, il mercato fondiario, il credito e il lavoro
Nonostante il calo generalizzato dei raccolti, dovuto in gran parte parte alla siccità della scorsa estate, la produzione lorda vendibile agricola, Plv, complessiva delle produzioni vegetali ha raggiunto i 2.127,63 milioni di euro, con un incremento di quasi 125 milioni di euro (+6,2%), per il generale aumento dei prezzi all´origine di quasi tutte le colture.
I più importanti incrementi di prezzo sono stati quelli del mais nel settore cerealicolo, di patate, pomodoro da industria e fragole tra gli ortaggi, mele, pere, pesche e nettarine nella frutta. La Plv degli allevamenti è risultata anch´essa particolarmente positiva (+7,9%) ed ha superato di oltre 130 milioni di euro il valore dell´annata precedente portandosi a quota 1.820,95 milioni di euro. Tale risultato è stato raggiunto, a differenza di quanto avvenuto per il settore vegetale, grazie ad una sostanziale tenuta dei livelli produttivi ed ai consistenti incrementi di prezzo di alcune produzioni importanti della regione.
Per quanto riguarda invece i risultati economici delle aziende agricole, nel corso del 2003, sulla scorta di analisi compiute su un gruppo di aziende, si è verificato un miglioramento dei ricavi del 5,2% rispetto all´annata precedente. Ma nonostante questo andamento positivo, a causa dell´aumento del 15,4% dei costi intermedi (fertilizzanti, diserbanti ecc.) la redditività è risultata comunque in flessione rispetto all´annata precedente. Il valore aggiunto, infatti, ha subito un peggioramento del 2,3%, mentre il reddito netto aziendale si è ridotto mediamente del 9,1% rispetto al 2002.
Il Rapporto 2003 sottolinea anche come nella nostra regione il credito agrario rappresenti una valida fonte di finanziamento a favore delle imprese agricole della regione. La sua consistenza raggiunge, a fine settembre 2003, un valore pari a 3.309 milioni di euro e cresce del 7,3% rispetto ai 3.084 milioni di euro registrati 12 mesi prima. Nell´arco degli ultimi 8 anni, questa forma di finanziamento cresce ad un tasso medio annuo del 6,2%. Dei 3.309 milioni di euro erogati per tale credito dagli Istituti bancari emiliani romagnoli a fine settembre 2003, 1.395 milioni di euro rappresentano la consistenza del credito agrario di breve periodo e i rimanenti 1.914 milioni di euro costituiscono il credito agrario a medio-lungo termine.
Per quanto riguarda il mercato fondiario si sono registrati forti rialzi, dovuti alla crescente domanda degli operatori extra agricoli. Le quotazioni dei terreni sono costantemente aumentate nel corso dell´ultimo decennio, al punto che nel 2004 esse sono mediamente raddoppiate rispetto a quelle osservate nel 1995.
Le alte quotazioni dei terreni e la conseguente scarsa mobilità fondiaria sostengono la domanda degli imprenditori agricoli di terreni in affitto, con canoni collocati su valori sempre elevati.
Per quanto riguarda le dinamiche del lavoro, gli occupati agricoli sono calati del 6% rispetto all´anno precedente, passando da 99 mila a 93 mila unità. Si tratta di una flessione nettamente più marcata rispetto al resto del paese (-1,9%), che ha interessato nella stessa misura sia il lavoro autonomo che quello dipendente. L´incidenza dell´occupazione agricola sul complesso è passata al 5%, lievemente al di sopra della media nazionale. Continua a crescere, invece, il numero degli immigrati dediti all´attività agricola. Si è interrotto nel corso del 2003 anche il ciclo positivo dell´industria alimentare, senza produrre però risultati negativi sull´occupazione, limitati per ora al calo dei lavoratori stagionali.


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