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+++ Frattini: "Nessun riscatto. Blitz senza spargimento di sangue"
Iraq, liberati i tre ostaggi
Un'intensa attivitą di intelligence ha portato i servizi italiani a scoprire la localitą dove erano tenuti prigionieri gli ostaggi italiani. Stabilito il momento propizio, e dopo l'autorizzazione della Presidenza del Consiglio, un blitz delle forze d

Un'intensa attività di intelligence ha portato i servizi italiani a scoprire la località dove erano tenuti prigionieri gli ostaggi italiani. Stabilito il momento propizio, e dopo l'autorizzazione della Presidenza del Consiglio, un blitz delle forze di coalizione presenti in Iraq ha portato alla liberazione dei tre italiani.

L'azione, ha proseguito Frattini, "ha permesso di liberare i tre ostaggi italiani che erano rinchiusi in un luogo a sud di Bagdad dove era tenuto in ostaggio anche un imprenditore polacco, Jerzy Kos, anch'egli liberato. I particolari dell'operazione sono superflui, ora prevale l'emozione e la straordinaria soddisfazione di aver compiuto questo atto. Noi rinnoviamo la gratititudine a coloro che hanno rischiato in questa operazione che, ripeto, è avvenuta senza spargimento di sangue".

I momenti peggiori, ha aggiunto Frattini, "sono stati quelli in cui non arrivavano notizie". Il ministro ha poi escluso che siano state pagate somme di denaro come riscatto. "Per la liberazione degli ostaggi non ci sono state trattative", ha ribadito. "Abbiamo marciato in questo modo sicuri che saremmo arrivati a un risultato positivo".

Il sottosegretario alla presidente del Consiglio Gianni Letta si è unito al ministro degli Esteri per esprimere parole di apprezzamento a chi ha portato avanti con riserbo il lavoro per la liberazione degli italiani. "Rompo il mio tradizionale riserbo", ha dichiarato Letta, "per ringraziare anch'io le autorità istituzionali" che hanno agito per risolvere la vicenda degli ostaggi. "Il ringraziamento in particolare va ai nostri servizi che - afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio - spesso avete evocato in maniera impropria, ma che hanno lavorato benissimo".

L'ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, Mel Sembler, è "estremamente lieto della liberazione degli ostaggi e del loro imminente rientro in Italia". E "desidera esprimere vive congratulazioni a tutti coloro che hanno partecipato al buon esito dell'operazione" ha reso noto il portavoce dell'Ambasciata degli Stati Uniti, Ian Kelly.
Salvatore Stefio, Umberto Cupertino e Maurizio Agliana poco dopo il loro rientro in Italia verranno ascoltati dai pm titolari delle indagini Franco Ionta, Erminio Amelio e Pietro Saviotti, e dai carabinieri del Ros per chiarire alcuni aspetti della vicenda in cui sono stati coinvolti. Prima di tutto, stando a quanto si è appreso in Procura, dovranno spiegare esattamente in quale veste si trovassero in Iraq, quale lavoro svolgessero, per chi e che cosa stavano facendo quando sono stati sequestrati.

I magistrati romani chiederanno anche informazioni sul quarto ostaggio Fabrizio Quattrocchi, ucciso dai sequestratori. Ma, secondo quanto si è appreso, Stefio, Agliana e Cupertino durante la loro prigionia sono stati tenuti all'oscuro dell'uccisione di Quattrocchi. Da qui la spiegazione dell'atteggiamento sereno dei tre nei due video trasmessi dalle tv arabe che li riprendevano intenti a mangiare. Un atteggiamento che aveva insospettito gli analisti dell'intelligence che hanno vagliato ogni dettaglio dei filmati che li riguardavano.
I magistrati chiederanno inoltre di raccontare i dettagli del rapimento, in che modo sono stati portati via, tenuti nascosti, con chi hanno avuto a che fare. Ai tre sarà anche chiesto di dire, come si è ipotizzato nei giorni scorsi, se nel commando dei rapitori vi fosse qualcuno che parlava italiano, o addirittura sia di nazionalità italiana.


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