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Attività svolte dal ministero
- E’ entrato in vigore il 16 settembre 2003 il nuovo Codice delle Comunicazioni elettroniche. Il Codice, che tra l’altro recepisce le direttive comunitarie in materia di telecomunicazioni, sostituisce dopo 30 anni il vecchio codice postale, di ban

- E’ entrato in vigore il 16 settembre 2003 il nuovo Codice delle Comunicazioni elettroniche. Il Codice, che tra l’altro recepisce le direttive comunitarie in materia di telecomunicazioni, sostituisce dopo 30 anni il vecchio codice postale, di bancoposta e telecomunicazioni (DPR 29 marzo 1973, n. 156), al fine di realizzare quell’adeguamento normativo che ormai si rendeva necessario alla luce dello sviluppo tecnologico e in armonia con il quadro regolamentare europeo. Esso costituisce una importante svolta verso la piena liberalizzazione e l’affermazione della concorrenza nel mercato delle comunicazioni elettroniche. E’ anche significativo che l’Italia giunga fra i primi paesi dell’Unione europea al traguardo del recepimento delle direttive europee.

- Tra le misure indirizzate ad incentivare la domanda privata, l’art. 89 della legge n. 289/2002 (Finanziaria 2003) ha previsto la concessione di contributi destinati ad incentivare gli utenti all’acquisto o il noleggio di ricevitori per la televisione digitale terrestre e per l’accesso a larga banda ad Internet.

I decreti interministeriali del Ministero delle Comunicazioni e del Ministero dell’Economia del 14 marzo 2003 e 24 dicembre 2003 hanno stanziato complessivamente 31 milioni di euro per gli apparati di accesso a Internet a larga banda e per i decoder per la televisione digitale terrestre.

Anche la legge Finanziaria per il 2004 (art. 4, comma 1) prevede la concessione di contributi per l’acquisto e il noleggio i ricevitori per la televisione digitale terrestre (150 euro per ciascun utente, fino a un limite di spesa complessiva di 110 milioni di euro) e per l’acquisto e il noleggio o il comodato di apparecchi per la trasmissione e la ricezione a banda larga di Internet (75 euro per utente, fino a un limite massimo di spesa di 30 milioni di euro, art. 4 comma 2). E il 23 gennaio 2004 è stato già pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto interministeriale 30 dicembre 2003 del Ministero delle Comunicazioni e dell’Economia per l’assegnazione dei contributi per la televisione digitale terrestre e per l'accesso a larga banda ad Internet ai sensi dell'art. 4, commi 1 e 2 della legge Finanziaria per il 2004.

- Il 13 novembre 2003 è stato approvato CIPE uno stanziamento di 270 milioni di euro per lo sviluppo delle nuove reti a larga banda e dei relativi servizi innovativi nel Mezzogiorno. Il CIPE ha accolto la richiesta di finanziamento presentata dal Ministro delle Comunicazioni e dal Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie nell’ambito del riparto dei fondi da destinare a investimenti nelle aree sottoutilizzate del Paese: 150 milioni di euro andranno alla realizzazione di infrastrutture a banda larga e 120 milioni di euro allo sviluppo dei nuovi servizi della “società dell’informazione” che viaggeranno sulle nuove reti veloci di telecomunicazione. Gi interventi finanziati, finalizzati al superamento del digital divide, mirano, da un lato, alla messa in opera di una infrastrutturazione pubblica (anelli urbani e a servizio degli agglomerati industriali) da mettere a disposizione degli operatori e, dall’altro, a promuovere il consumo dei servizi a larga banda da parte dell’utenza con l’implementazione di nuovi contenuti di pubblica utilità (e-Government, teleformazione, telemedicina, monitoraggio del territorio) da veicolare sui nuovi collegamenti ad alta velocità. Il Programma prevede la realizzazione di MAN (Metropolitan Area Networks, reti a copertura di aree metropolitane) nei comuni capoluogo di provincia, i centri abitati con popolazione superiore ai 50.000 abitanti e i 205 agglomerati industriali presenti nelle seguenti regioni: Calabria, Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo e Molise. Il soggetto attuatore del Programma è la società Sviluppo Italia, con cui il Ministero delle Comunicazioni e il Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie hanno stipulato apposite convenzioni.

- Il 3 giugno 2003 è stato pubblicato il decreto che regolamenta i sistemi wi-fi ad uso pubblico. Il WI-FI è una nuova tecnologia che consente (attraverso l’utilizzo di apparati che impiegano lo standard 802.11b ed operano sulle frequenze 2,4 GHz) l’accesso radio alla rete pubblica di telecomunicazioni per applicazioni di tipo Internet ad alta velocità. Il decreto stabilisce che gli operatori interessati a realizzare le reti per il wi-fi pubblico dovranno chiedere al Ministero delle comunicazioni una semplice autorizzazione e potranno iniziare la fornitura del servizio contestualmente alla presentazione di una dichiarazione di inizio attività, conformemente a quanto previsto dal nuovo quadro normativo comunitario in materia. Il provvedimento definisce anche l’ambito di utilizzazione del wi-fi: locali aperti al pubblico (bar, hotel, ristoranti, etc.) e aree confinate a frequentazione pubblica (aeroporti, stazioni, centri commerciali), ove i cittadini potranno connettersi ad Internet a banda larga senza fili. Il decreto contribuisce in maniera significativa ad accrescere la competitività del nostro Paese nel mercato dell’accesso ad Internet e avrà un ruolo importante nel ridurre il divario, in termini di infrastrutture a larga banda, che divide le aree disagiate e a minor reddito rispetto a quelle tecnologicamente più avanzate.

- Sicurezza dei cellulari: grazie all’iniziativa del Ministero delle Comunicazioni, i cinque operatori di telefonia mobile italiana hanno firmato, in data 8 maggio 2003, un protocollo d’intesa che li impegna a predisporre in tempi ravvicinati una black-list grazie alla quale sarà possibile inibire il funzionamento di qualsiasi terminale di telefonia mobile smarrito o segnalato come rubato.

Il meccanismo attraverso il quale sarà possibile bloccare il funzionamento del cellulare è abbastanza semplice. Ogni terminale è contrassegnato con un codice apposito denominato Imei. Un database unico conterrà tutti i codici; sarà così possibile individuare il cellulare smarrito o segnalato come rubato e provvedere a disattivarlo. Tale apparecchio non potrà più comunicare con altri terminali, nè fissi nè mobili. Inoltre, le informazioni memorizzate al suo interno (rubrica, messaggi, etc.) saranno inaccessibili.

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