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+++ Nuovo museo egizio a Torino
Apertura del nuovo museo egizio di Torino
Centre Pompidou 3593

19/08/2003
TORINO: LOUVRE, MOMA, HERMITAGE E NUOVO MUSEO EGIZIO

Louvre, MoMA di New York, Hermitage di San Pietroburgo, Centre Pompidou, Museo Nazionale Svizzero, Asian Art Museum di San Francisco. Questi alcuni dei musei che hanno già collaborato, insieme a molti Istituti Italiani di Cultura all'Estero, al programma di ricerca fortemente voluto dal Ministro Giuliano Urbani in vista dell'imminente rinnovamento del Museo Egizio di Torino, che ospita una fra le collezioni egizie più importanti al mondo.
Close(d) to meet you, cioè ‘chiuso per incontrarti', ma anche ‘prossimo a incontrarti'. Questo il titolo del progetto di ricerca finalizzato al rinnovamento del Museo delle Antichità Egizie di Torino, realizzato dall'Ires-Piemonte su richiesta del Comitato Esecutivo per il Museo Egizio e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e dall'Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte. Quasi cinquanta i conservatori, i museum professionals e gli esperti – italiani ed esteri - coinvolti nello studio, reso possibile grazie alla straordinaria disponibilità di Louvre, MoMA di New York, Hermitage di San Pietroburgo, Centre Pompidou, Museo Nazionale Svizzero, Asian Art Museum di San Francisco e di molti Direttori di Istituti Italiani di Cultura all'Estero.
Con la sua ricchissima collezione il l'Egizio di Torino è uno dei più importanti musei egizi del mondo ed è caratterizzato da un profondo legame storico con la città prealpina, nella quale l'interesse per la civiltà egizia ha inizio nel ‘600, con l'acquisto da parte di Carlo Emanuele I di Savoia della Mensa Isiaca, tavola di bronzo in onore della dea Iside.
La parte più rilevante della collezione del Museo Egizio di Torino, venduta nel 1824 da Bernardino Drovetti a Carlo Felice di Savoia e il cui simbolo è la bellissima statua del faraone Ramesse II, è caratterizzata da oggetti e documenti eccezionali, espressione dell'arte, delle tradizioni religiose e funerarie della vita quotidiana. Per questo museo, il più importante ‘bene culturale' di Torino e uno dei più rilevanti del nostro Paese è previsto un progetto di radicale rinnovamento, che comprenderà un significativo aumento della superficie espositiva, nuovi allestimenti e percorsi espositivi, ma anche la ridefinizione dei modelli organizzativi e gestionali.

Ministero dei Beni Culturali, Soprintendenza regionale, Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT stanno definendo, avvalendosi anche della consulenza di egittologi di fama internazionale ed esperti, le linee-guida che caratterizzeranno la filosofia museale e la museografia del nuovo Museo Egizio.

I possibili nuovi assetti organizzativi e gestionali del Museo, analizzati da Luca Zan (Università di Bologna), Luca Dal Pozzolo e Alessandro Bollo (Politecnico di Torino) e la definizione delle linee-guida di comunicazione e marketing museale, alle quali stanno lavorando Vittorio Falletti e Marcello La Rosa, sono invece i temi centrali del progetto di ricerca dell'Ires-Piemonte Close(d) to meet you.

Il cantiere dell' Egizio di Torino è destinato a durare alcuni anni. Come mantenere alta la visibilità del museo in questo periodo? Le esperienze e i suggerimenti degli esperti dei musei internazionali coinvolti nella ricerca Ires-Piemonte hanno già permesso di identificare e approfondire cinque possibili soluzioni:

- “Soluzione Louvre”: il museo non chiude mai, continuando a esporre una parte significativa della collezione e a esercitare la propria forza di attrazione sui visitatori;
- “Soluzione Centre Pompidou”: durante il cantiere il museo sostanzialmente chiude, dà però l'illusione che il contenitore sia ancora ‘vivo' e nel frattempo raggiunge il pubblico altrove, con mostre temporanee e altre iniziative;
- “Soluzione MoMA di New York”: il museo chiude completamente la sede principale e apre una – più piccola – sede temporanea che nel periodo di cantiere ospita i ‘pezzi' migliori della collezione;
- “Soluzione Museo Nazionale Svizzero di Zurigo”: durante il cantiere il museo chiude la propria sede fisica e si ‘trasferisce' in una nuova sede virtuale (Virtual Transfer);
- “Soluzione Asian Art Museum di San Francisco”: durante il cantiere il museo chiude e raggiunge il pubblico altrove, con l'aiuto dell'associazione ‘amici del museo' (Society for Asian Art).
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